Geopolitical Report ISSN 2785-2598 Volume 29 Issue 7
Autori: Silvia Boltuc & Giuliano Bifolchi
Le elezioni parlamentari in Kazakhstan potrebbero dare stabilità al paese e completare il processo di riforme avviato lo scorso anno volto a garantire sicurezza interna, supporto al Governo e al presidente così come a rassicurare gli investitori sul mercato interno kazako.
Nella giornata di oggi domenica 19 marzo 2023 in Kazakhstan si stanno svolgendo elezioni anticipate del Majilis (camera bassa del Parlamento) e dei Maslikhats (organo legislativo locale) come parte della riforma nazionale iniziata a seguito del superamento della crisi politica interna che il paese centrasiatico ha dovuto affrontare nel gennaio 2022.
Queste elezioni possono essere considerate come l’ultimo step decisivo di un processo di riforme e rinnovamento avviato nella repubblica centrasiatica già nel marzo 2022 quando il presidente kazako Kassym-Jomart Tokayev annunciò la modifica della Costituzione con lo scopo di fornire maggiore potere al Parlamento, ridurre quello del presidente, e garantire una più ampia partecipazione politica interna. Il referendum costituzionale di giugno 2022 ha sancito la modifica della Costituzione, mentre le elezioni anticipate presidenziali di novembre 2022 hanno confermato la leadership di Tokayev.
Le elezioni parlamentari vanno quindi a concludere un processo che mira non solo a fornire risposte ai cittadini kazaki sul cambio di rotta che il Governo ha avviato per poter chiudere definitivamente il capitolo legato al passato sovietico e ai primi anni di indipendenza, ma permetterà anche ad Astana di rassicurare gli investitori sulla tenuta nazionale e sull’importanza del mercato interno kazako che mira ad accogliere e attirare investimenti diretti stranieri (IDE).
Breve profilo politico delle elezioni parlamentari kazake
Il presidente kazako Tokayev ha sciolto il Majilis e posto fine al potere dei maslikhats il 19 gennaio 2023 quando ha annunciato la data delle elezioni anticipate per la Camera bassa del Parlamento che la Commissione Centrale Elettorale ha fissato per il 19 marzo 2023. Secondo quanto dichiarato dallo stesso Tokayev, le elezioni anticipate sono state dettate dalla logica delle riforme costituzionali, supportate dai cittadini kazaki con il referendum nazionale che ha inoltre decretato l’adozione di regole nuove, competitive e moderne per la formazione dei rami rappresentativi del potere.
Con le nuove riforme il sistema di elezione dei deputati al Majilis è stato modificato: ad oggi, il 70% dei deputati sarà selezionato su base proporzionale mentre il restante 30% sarà eletto attraverso un sistema maggioritario. Inoltre, è stata introdotta una forma mista di elezione ai maslikhat (organi rappresentativi locali) delle oblast e delle città di importanza nazionale. Le riforme nazionali hanno anche rimosso gli ostacoli alla formazione di nuovi partiti politici. Infatti, la soglia di registrazione è stata abbassata da 20.000 a 5.000 persone, quadruplicata (otto volte negli ultimi tre anni), e nelle sezioni regionali, da 600 a 200 persone.
A seguito di queste modifiche, nella giornata di domenica 19 marzo 2023 i cittadini kazaki potranno eleggere i loro rappresentanti scegliendo tra sette diversi partiti:
- Amanat: è il più grande partito del Kazakhstan ad oggi, il suo leader è Erlan Koshanov dal 2022, e nella precedente legislatura è stato alla guida del Governo kazako.
- Partito Democratico Aq Jol: formazione politica liberale-conservatrice guidata da Azat Peruashev.
- Partito del Popolo del Kazakhstan: partito di centro-sinistra guidato da Ermukhamet Ertysbayev,
- Partito Democratico del Popolo Auyl: partito socialdemocratico che supporta gli interessi del settore agricolo ed è guidato da Ali Bektaev
- Partito Respublika: è la formazione politica più giovane del paese che si è registrata il 18 gennaio 2023. Alla sua guida c’è Aidarbek Khojanazarov.
- Partito Socialdemocratico Nazionale: partito politico di centro-sinistra guidato da Askhat Raqymjanov.
- Baytaq: partito registrato il 30 novembre 2022 che pone al centro del suo programma politico la tutela ambientale. Il leader di Baytaq è Azamatkhan Amirtay.
In totale, secondo quanto comunicato dalla Commissione Elettorale Centrale kazaka, sono stati ammessi 12.451 candidati, di cui 716 per il Majilis e 11.735 per i maslikhats. Per poter candidarsi al seggio nel Majilis, occorre essere cittadino del Kazakhstan, avere almeno 25 anni di età e aver risieduto nel paese negli ultimi dieci anni. Un candidato al seggio nel maslikhat, invece, deve essere cittadino kazako, vivere nella regione che vuole rappresentare e avere almeno 20 anni di età.
Secondo i dati comunicati dalla Commissione Elettorale Centrale sono stati accreditati 322 osservatori internazionali provenienti da nove organizzazioni internazionali (OSCE ODIHR, Assemblea Interparlamentare degli Stati membri della CIS, missione degli osservatori della Comunità degli Stati Indipendenti – CIS, Organizzazione di Cooperazione di Shanghai – SCO, Assemblea Parlamentare dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva – CSTO, Organizzazione degli Stati Turchi, Assemblea Parlamentare degli Stati turchi, Conferenza sull’Interazione e le Misure di Rafforzamento della Fiducia in Asia – CICA, Accademia Internazionale Turca) e da 34 paesi stranieri con l’obiettivo di rendere maggiormente trasparenti tale votazioni e rigettare le possibili accuse di possibili irregolarità.
Inoltre, la presenza di osservatori internazionali, conferma la volontà kazaka di aprirsi sempre di più al mondo e di entrare completamente nel sistema globalizzato politico ed economico cercando di ottenere i massimi benefici.
Elezioni parlamentari kazake ed economia nazionale
Maggiore economia dell’Asia centrale, il Kazakistan ha attratto investimenti e imprenditori stranieri grazie alle sue risorse naturali, tra cui abbondanti minerali, idrocarburi e metalli delle terre rare.
Le possibilità di investimento e i progetti infrastrutturali presenti in Kazakhstan hanno richiamato gli investitori stranieri fin dalla caduta dell’Unione Sovietica negli anni Novanta. Oggigiorno, però, in un contesto internazionale scandito dallo scontro tra Occidente e Russia a causa del conflitto ucraino e dalla competizione sino-statunitense in Asia-Pacifico, un Paese come il Kazakhstan diviene ancor più importante, perché punto di snodo di gasdotti e oleodotti e di vie di comunicazione dove viaggiano le merci.
Posto sulla Belt and Road Initiative (cososciuta anche con il nome di Nuova Via della Seta), e partner importante dell’Unione Economica Eurasiatica che conta al suo interno un mercato di più di 180 milioni di consumatori, il Kazakhstan è una delle repubbliche centrasiatiche il cui potenziale, se sfruttato, non solo gioverebbe alla crescita socioeconomica interna, ma garantirebbe un ampliamento e diversificazione del mercato e del commercio regionale e internazionale.
In questa ottica è possibile contestualizzare le elezioni parlamentari che vedono un ex paese sovietico muoversi verso il processo democratico, di riforme e modernizzazione che lo candidano come uno dei partner commerciali e politici maggiormente interessanti per l’Occidente grazie al suo potenziale economico e alle risorse naturali ingenti. In un mondo globalizzato dove la Cina controlla l’80% degli approvvigionamenti di terre rare, fattore che genera la dipendenza dell’Occidente nei confronti di Pechino, il Kazakhstan potrebbe quindi divenire un partner prezioso per Europa e Stati Uniti e favorire la diversificazione degli approvvigionamenti e del mercato.
Tali affermazioni trovano riscontro nei dati in merito alle risorse minerarie di cui dispone il Kazakhstan, Paese che è al primo posto al mondo per riserve di cromo, al secondo posto per l’uranio, a cui possono essere aggiunte le riserve di manganese, piombo, zinco, oro, ferro e rame. Non solo il settore industriale ed estrattivo, ma anche quello agricolo ha interessanti potenzialità grazi a 220 milioni di terreni agricoli disponibili e 180 milioni di ettari destinati alla pastorizia. Gli incentivi governativi stabiliti dal Governo kazako per attrarre gli investitori in questo settore fanno perno su un rimborso del 15%-20% degli investimenti per la costruzione e l’espansione di produzione e vendita di macchinari per l’implementazione di progetti nel complesso agroindustriale.
Complesso agroindustriale che prevende entro il 2025, secondo la strategia di sviluppo nazionale, di aumentare di 2,5 volte, fornire generi alimentari di base attraverso la produzione interna, raddoppiare le esportazioni aumentando lo share di prodotti processati fino al 70% e sviluppare un sistema di irrigazione per l’uso efficiente delle risorse idriche.
Secondo i dati forniti dal ministero dell’economia nazionale kazaka, dal 1991 ad oggi lo Stato kazako ha attratto 411 miliardi di dollari di investimenti esteri, in special modo da Olanda (90,3 miliardi), Stati Uniti (42,3 miliardi), Svizzera (30,7 miliardi), Cina (19,9 miliardi) e Russia (15,8 miliardi) a cui seguono Francia, Belgio, Regno Unito, Corea del Sud e Giappone. Il volume degli IDE attestato dal 2016 ad oggi tra i 17 e i 24 miliardi all’anno ha reso il Kazakhstan la repubblica centrasiatica che ha ricevuto maggiori investimenti a dimostrazione dell’appetibilità e delle possibilità che il territorio kazako offre.
In effetti, guardando il ranking del Doing Business 2020 della Banca Mondiale, il Kazakhstan con un totale di 79.6 punti si è classificato al 25esimo posto al mondo con performance molto positive per quel che concerne la facilità di apertura di un business (94.4 punti) oppure per la protezione e le garanzie degli investitori minori (84 punti e 7° posizione al mondo). Dati che sono supportati dalla 43esima posizione del Kazakhstan nel World Competitiveness Index (1° posizione tra i paesi della CIS), dal 28esimo posto nel Global E-Government Development Index e dalla prima posizione secondo la Conferenza sul Commercio e lo Sviluppo delle Nazioni Unite (UNCTAD) per quel che riguarda la crescita degli IDE tra le economie di transizione e i paesi continentali (dato del 2021).
Quale futuro per il Kazakhstan dopo le elezioni?
Le elezioni del Majilis e dei maslikhats ovviamente sono importanti ai fini della politica interna kazaka, perché potrebbero confermare la guida del Governo da parte del partito Amanat che fino all’aprile 2022 era guidato dall’attuale presidente Kassym-Jomart Tokayev.
La conferma di Amanat garantirebbe una solida base politica ed elettorale al Governo kazako e alla leadership nazionale per continuare la politica di riforme volta a dare vita a un nuovo corso nel paese che sia distaccato dal passato sovietico o dal vecchio sistema legato maggiormente alla figura dell’ex presidente Nursultan Nazarbayev. In questo modo Parlamento e presidente potrebbero traghettare la repubblica centrasiatica verso il ‘nuovo Kazakhstan’ che in politica estera sembra maggiormente orientato a dedicarsi ad una politica bilanciata tra Russia, Cina, e Stati Uniti e aperta a interloquire con l’Unione Europea, le monarchie del Golfo così come a supportare l’Organizzazione degli Stati Turchi.
In ottica economica e degli investimenti le elezioni potrebbero confermare la rinnovata stabilità politica interna e rassicurare gli investitori sulla tenuta del mercato kazako, elementi imprescindibili per attirare nuovi investimenti, diversificare l’economia nazionale e continuare a realizzare opere infrastrutturali volte al miglioramento socioeconomico nazionale.
La stabilizzazione interna kazaka e il rinnovato interesse degli attori internazionali e dei finanziatori stranieri potrebbero maggiormente consolidare il ruolo del Kazakhstan in Asia centrale e tra gli Stati membri della CIS, fattori che in futuro potrebbero permettere a questa repubblica centrasiatica di ergersi come attore di primaria importanza nel blocco post-sovietico.