Geopolitical Report ISSN 2785-2598 Volume 27 Issue 5
Author: Riccardo Rossi
Considerando la posizione geostrategica che la Cambogia detiene nella regione del sud-est Asia e il rapporto economico che lega Phnom Penh a Pechino, la Repubblica Popolare Cinese ha sviluppato una strategia volta a rafforzare i legami e trasformare lo Stato cambogiano in un elemento fondamentale della sua politica estera regionale.
All’interno del progetto 21st Century Maritime Silk Road della Repubblica Popolare Cinese (RPC), il sud-est asiatico ricopre uno spazio di vitale importanze per l’accrescimento della presenza di Pechino nel Mar Cinese Meridionale dove sono localizzate i ristringimenti strategici di Luzon, Malacca e Sonda considerati passaggi obbligati per la Sea lines of communication (SLOC) ed essenziali per l’espansione della presenza cinese nei mercati asiatici ed europei.
Cambogia in ottica strategica cinese
La Cambogia ha un ruolo geopolitico fondamentale in ottica cinese nello scacchiere strategico del sud-est asiatico grazie alla sua conformazione geofisica da cui emergono i seguenti elementi:
- Il Golfo del Siam. Localizzato nel versante costiero settentrionale della regione del Sud-Est Asiatico, è ritenuto da Pechino una delle più importanti baie nello spazio geo-marittimo del Mar Cinese Meridionale grazie alla sua conformazione geofisica e alla sua vicinanza sia alle isole artificiali dell’Esercito Popolare di Liberazione cinese presenti nell’arcipelago delle Spratly che allo Stretto di Malacca, passaggio obbligato dell’omonima rotta marittima.
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Il sistema fluviale. Il territorio cambogiano presenta una articolata rete fluviale strutturata da quattro principali corsi d’acqua: Bassac, Binh Di, Tonlé Sape e Mekong. Quest’ultimo, con una lunghezza di 4.880 km è il fiume più esteso del Sud-Est Asiatico e rappresenta una delle principali fonti di sostentamento per buona parte dell’economie ittiche e rurali dei Paesi della regione, quali Cambogia, Vietnam, Birmania, Laos e Thailandia.
Questa particolare conformazione geofisica della Cambogia condiziona sia le scelte politico-economiche di Phnom Penh che gli storici rapporti politico-diplomatici instaurati con la Repubblica Popolare Cinese.
Negli ultimi anni il Governo cambogiano ha compreso l’importanza strategica del proprio territorio sia per l’adempimento nel progetto cinese della 21st Century Maritime Silk Road che per l’accrescimento della presenza militare dell’Esercito di Liberazione Popolare cinese nello spazio geo-marittimo del Mar Cinese Meridionale, con particolare attenzione alle isole artificiali negli arcipelaghi Spratly e Paracelso.
In questa ottica, Phnom Penh nell’aprile del 2019 ha ratificato con Pechino l’Action Plan 2019-2023 on Building China-Cambodia Community of Shared Future in cui veniva stabilita la necessità di rafforzare il legame cinese-cambogiano conferendo, quindi, alla Cina il duplice ruolo di ‘Stato guida’ nel sud-est asiatico, e partner economico-commerciale in grado di supportare lo sviluppo nazionale della Cambogia.
Nel primo caso, è facilmente osservabile che Pechino tenti di accrescere la propria ingerenza nei sistemi socio-economici dei paesi del sud-est Asia, in special modo il Vietnam e Myanmar, ma anche la Cambogia, assumendo in pratica il ruolo di guida regionale. Nel secondo caso, è anche qui innegabile come il supporto economico-finanziario cinese alla Cambogia abbia permesso l’accrescimento del soft power di Pechino facendo sì che lo Stato cambogiano sia nel tempo divenuto un client state della Repubblica Popolare Cinese.
Investimenti e politica economica cinese in Cambogia
La decisione del Governo cambogiano di legare il proprio sistema economico-industriale agli investimenti diretti esteri (IDE) cinesi ha portato Phnom Penh nella condizione di client state causando la riduzione delle capacità dell’esecutivo cambogiano nel definireuna propria linea di politica economica libero dalle ingerenze cinesi e una rapida crescita dell’economia nazionale che ha permesso un aumento del PIL pro-capite dai 286 dollari del 1998 ai 1.684 dollari nel 2021 e contestualmente una riduzione delle diseguaglianze. A tal proposito è stato rilevato una riduzione del coefficiente dell’indice di Gini da 40.4 registrato nel 1997 a 29 nel 2012.
Oltre al miglioramento delle condizioni di vita del popolo cambogiano, è possibile sottolineare l’aumento del volume di affari tra Pechino e Phnom Penh: second i dati riportati dall’OEC, nel 2020 la Cina ha importato dalla Cambogia beni per lo più alimentari per un valore di 1,46 miliardi di dollari, mentre Pechino ha esportato verso il mercato cambogiano prodotti per 8,07 miliardi di dollari. Questo trend conferma il fatto che Pechino, dal lancio del progetto 21st Century Maritime Silk Road, ha rapidamente accresciuto il proprio programma di investimenti diretti esteri nell’economia cambogiana, raggiungendo nel 2021 i 2,32 miliardi di dollari, con un aumento del 67% rispetto agli 1,39 miliardi di dollari dell’anno precedente.
L’ articolata politica degli investimenti cinesi nel sistema industriale cambogiano è per lo più concentrata in alcuni settori quali infrastrutturale, finanza e salute. Per Pechino il comparto infrastrutturale svolge un ruolo essenziale sia nell’accrescere la dipendenza economica e tecnologica di Phnom Penh che per incrementare l’efficienza della Sihanoukville Special Economic Zone (SEZ).
Negli ultimi anni la maggioranza degli investimenti cinesi in infrastrutture si sono concentrati per la realizzazione di:
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Una complessa rete di bacini idroelettrici dal costo indicativo di 1.8 miliardi. Il risultato di questo progetto è riscontrabile nell’edificazione di una articolata rete di dighe (Kamchay Dam, Stung Tatay Dam e la Russei Chrum Krom). L’insieme di questi bacini artificiali forniscono una buona parte dell’energia sia per l’impiego impiego industriale che ad uso abitativo.
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La costruzione di due centrali a carbone per un investimento totale di 732 milioni di dollari. La prima, in funzione dal 2014, è ubicata in prossimità della zona industriale di Stoeng Hav e garantisce una produzione d’energia di 270 megawatt. La seconda costruita nella provincia di Kampot, si contraddistingue per una capacità di 300 megawatt.
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Le compagnie statali e private cinesi a sostegno del governo cambogiano per la realizzazione di una rete autostradale. Un esempio di quest’operazione può considerarsi l’autostrada Phnom Penh-Preah Sihanouk lunga 190 chilometri e realizzata con prestiti e aiuti cinesi per un valore di 1,9 miliardi di dollari.
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Il finanziamento della costruzione e dell’ampliamento di porti e aereo-porti (Siem Reap International Airport). Negli ultimi anni Pechino ha posto particolare attenzione al Port Autonome de Sihanoukville essendo questo l’unico porto in acque profonde di Phnom Penh da cui partono il 70% delle importazioni e delle esportazioni, nonché prossimo alla Sihanoukville Special Economic Zone.
L’insieme di questa rete infrastrutturale voluta da Pechino in Cambogia costituisce un asset indispensabile per il corretto funzionamento della Sihanoukville Special Economic Zone (SEZ) che ricopre un ruolo centrale nel coinvolgimento del Paese nei progetti della 21st Century Maritime Silk Road e della Belt and Road Initiative (BRI).
La SEZ, inaugurata nel 2008 e ubicata in prossimità della città di Sihanoukville, si estende per 11 chilometri quadrati. Gestita dal gruppo cinese Hongdou, al suo interno sono presenti 160 aziende che producono prodotti tessili, che nel 2018 hanno raggiunto un valore indicativo di 400 milioni di dollari. La creazione di questo parco industriale dal costo di 3 miliardi di dollari, ha generato 20.000 posti di lavoro a beneficio delle comunità locali.
Secondo la prospettiva geoeconomica cinese per la Cambogia, la Sihanoukville Special Economic Zone svolge un importante duplice funzione. Da un lato permette alla RPC di mantenere un controllo sul tasso di sviluppo dell’economia di Phnom Penh, dall’altro costituisce un hub essenziale per il supporto del naviglio mercantile nazionale che percorre le rotte marittime del Mar Cinese Meridionale, con particolare riguardo alla via di Malacca.
Cambiogia: interessi cinesi nel settore militare
Nella visione geostrategica di Pechino per la Cambogia, l’accrescimento della propria presenza economico-industriale nel Paese dovrebbe avvenire di pari passo con la valorizzazione tattico-strategica della linea di costa per fini militari. Secondo diverse fonti, Pechino vorrebbe impiegare la base navale cambogiana Ream come possibile hub per supportare le basi della marina e dell’esercito cinese istallate nelle isole artificiali negli arcipelaghi delle isole Spratly e Paracelso.
Inoltre, la base navale di Ream porebbe garantire all’esercito cinese un miglior controllo in prossimità degli stretti di Luzon e Malacca, che costituiscono i due più grandi punti d’acceso e uscita dal Mar Cinese Meridionale, consentendo di supervisionare le principali linee di comunicazione marittime che attraversano tale area geografica.
In particolare lo Stretto di Luzon è di particolare importanza tattico-strategica per la Cina, perché il suo possibile controllo militare le permetterebbe d’accedere direttamente all’aperto Pacifico, aggirando in tal modo l’ostacolo a nord rappresentato dai territori insulari Giapponesi, nello specifico del canale di Miyako.
Qualora Pechino riuscisse ad impiegare pienamente la base navale di Ream si troverebbe nelle condizioni di ampliare le capacità operative delle proprie forze armate nell’espletare le missioni pocanzi indicate, che d’aumentare il tasso competizione con le forze navali statunitensi sotto il comando dello United States Pacific Command (USPACOM).
Conclusioni
Nell’espansione della presenza cinese nel Sud-Est Asiatico, la Cambogia rappresenta un’area di alto valore geostrategico per il controllo della regione e la supervisione del versante meridionale del Mar Cinese Meridioanle, con particolare attenzione allo stretto di Malacca.
Si può quindi ipotizzare che nei prossimi anni Pechino aumenterà le pressioni politico-economiche nei confronti del governo cambogiano. In questa situazione, Phnom Penh potrebbe perdere sempre più la propria autonomia consentendo probabilmente a Pechino di accrescere nel Paese la propria presenza economica e in particolar modo militare, in special modo nella base navale di Ream.
In questo scenario, è ipotizzabile un accrescimento della competizione tra la Repubblica Popolare Cinese e gli Stati Uniti per il controllo della linea di costa del Sud-Est Asiatico e per le aree chiave del South China Sea: gli arcipelaghi delle Spratly e Pracelso e gli stretti di Taiwan, Luzon e Malacca.