Bielorussia: la diversificazione energetica passa attraverso il nucleare. Intervista a Minenergo

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Ministero dell’Energia della Bielorussia e Belenergo (Credits: Rakoon, CC0, via Wikimedia Commons)

Nel novembre 2020 la Bielorussia inaugurò la nuova centrale nucleare di Astravyets, costruita in collaborazione con la Russia. Il presidente bielorusso Lukashenko, presente all’inaugurazione, dichiarò che questo per la Bielorussia rappresentava un momento storico, poiché il paese stava diventando ufficialmente una potenza nucleare. Nonostante i timori sollevati dagli Stati Baltici per la sicurezza, la centrale è operativa e si appresta a far fronte alla crescente domanda energetica interna e alle richieste di approvvigionamento esterne.

L’impianto nucleare, il primo in Bielorussia, è solo una delle opere che il governo ha deciso di portare avanti all’interno delle politiche climatiche del paese. Tali politiche guardano al futuro da una parte con la necessità di far fronte al fabbisogno energetico interno e mantenere l’economia nazionale in salute, dall’altra con politiche ecologiche che riducano l’impatto ambientale dell’industria energetica del paese.

All’interno di questa cornice, la Bielorussia si interfaccia con altri attori internazionali di rilievo, quali la Russia e la Cina, con cooperazioni che fanno del paese euroasiatico un partner imprescindibile all’interno del panorama energetico locale e delle iniziative internazionali portate avanti dalle grandi economie del continente.

Per approfondire queste tematiche abbiamo incontrato i rappresentanti del Ministero dell’Energia bielorusso (Minenergo).

Una delle ragioni addotte alla costruzione di una centrale nucleare in Bielorussia è stata dare un importante contributo del paese alla causa comune della mitigazione dei cambiamenti climatici. Quali sono le future politiche energetiche della Bielorussia che intendono portare il paese verso fonti più rispettose dell’ambiente?

Nell’ambito dell’attuazione dell’accordo sul clima di Parigi adottato nel dicembre 2015, la Repubblica di Bielorussia si è impegnata a ridurre le emissioni di gas serra entro il 2030 di almeno il 28% rispetto al livello del 1990. L’obiettivo strategico è quello di ottenere una qualità superiore di tutela dell’ambiente fornendo alla popolazione condizioni di vita che rispettino gli standard ecologici, promuovere la soluzione dei problemi ambientali regionali e globali e uno sviluppo sociale ed economico nazionale sostenibile.

L’energia è il settore principale dell’economia del paese e della società nel suo complesso. L’obiettivo della nostra politica energetica nazionale è la definizione di percorsi e la formazione di meccanismi per garantire la sicurezza dello Stato, un uso più efficiente delle risorse energetiche e la riduzione dell’impatto ambientale.

Minenergo ha implementato una serie di programmi strategici volti a ridurre l’impatto ambientale, compresa la diminuzione delle emissioni di gas serra nell’aria atmosferica di 6,92 milioni di tonnellate di diossido di carbonio equivalente (MMTCDE) all’anno, secondo i seguenti punti:

  • costruzione della centrale nucleare bielorussa;
  • aggiornamento delle strutture di generazione esistenti con la messa in servizio di nuove capacità di generazione ad alta efficienza;
  • smantellamento di impianti di generazione inefficienti auto-ammortizzati;
    dotare gli impianti energetici di sistemi automatizzati di controllo sulle emissioni inquinanti dell’atmosfera.

Negli ultimi anni è stato fatto un lavoro significativo per aumentare l’uso delle energie rinnovabili attraverso, ad esempio, la realizzazione delle centrali idroelettriche di Grodno (17 MW), di Polotsk (21,66 MW), di Vitebsk (40 MW) e del parco eolico di Grabniki (9 MW). Attualmente è in fase di elaborazione il progetto di produzione di energia elettrica dal riciclo dei rifiuti solidi urbani di Minsk.

I governi di Estonia, Lettonia e Lituania hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui si oppongono agli acquisti di elettricità dalla centrale di Astravyets, addirittura facendo appello alla Commissione Europea per includere una clausola sul divieto delle importazioni di elettricità dalla centrale all’interno degli investimenti UE-China. Qualora il mercato dei paesi vicini dovesse essere chiuso alle esportazioni energetiche bielorusse, non rimarrebbe solamente la Federazione Russa come unico compratore?

Tale dichiarazione di Estonia, Lettonia e Lituania non influisce sull’affidabilità della rete elettrica bielorussa. Il Governo bielorusso aveva previsto e comprende le posizioni della Lituania dal momento che questa agisce in conformità alla legge nazionale adottata più di tre anni fa (Legge della Repubblica di Lituania del 20 aprile 2017. n ° XIII-306 “sull’adozione delle misure necessarie per proteggere dalle minacce”). Questa legge prevede che i funzionari autorizzati della Lituania adottino misure che impediscano a paesi terzi di entrare nel mercato energetico nazionale attraverso la produzione di centrali nucleari che non sono considerate sicure.  Per questo motivo nel novembre 2020, dopo che era entrata in funzione la 1° Unità della centrale nucleare bielorussa di Astravyets, i Paesi Baltici hanno deciso di chiudere la sezione commerciale ‘Bielorussia – Lituania’ del mercato Nord Pool aprendo, invece, la sezione commerciale ‘Russia – Lettonia’.

Tuttavia, attualmente le comunicazioni elettriche (linee di trasmissione interstatali) tra le forniture bielorusse e lituane rimangono connesse e conservate, poiché i sistemi di alimentazione dei Paesi Baltici lavorano in parallelo con quelli della Bielorussia e della Russia all’interno dello Elektricheskoe kol’co Belarusi, Rossii, Estonii, Latvii i Litvy (anello elettrico Bielorussia-Russia-Estonia-Lettonia-Lituania). Così per il periodo di novembre 2020 – gennaio 2021, il volume del flusso elettrico scambiato è stato superiore a 870 milioni di kWh (più di 870 GWh) pari a circa tre settimane di consumo di energia elettrica in Lituania nel gennaio 2021.

Nell’ambito dei lavori in corso sulla formazione di una base giuridica per il lancio e il funzionamento di un mercato comune dell’elettricità nell’Unione Economica Eurasiatica, la parte bielorussa proseguirà le consultazioni con la Commissione Europea sulla regolamentazione giuridica del funzionamento in parallelo dei sistemi energetici degli Stati membri dell’Unione Europea (Paesi Baltici) con i sistemi energetici di quei paesi che non ne fanno parte (Stati membri dell’Unione economica europea). Secondo Minsk, tali consultazioni, con la procedura di formalizzazione contrattuale dei suddetti flussi di energia in direzione degli Stati baltici, chiariranno la situazione. Verrà altresì chiarita la questione della chiusura unilaterale da parte degli Stati baltici della sezione commerciale Bielorussia-Lituania del mercato Nord Pool, poiché tale decisione con particolare accento sulla centrale nucleare bielorussa, è stata presa dalla leadership lituana esclusivamente sulla base di considerazioni politiche, senza valutare l’impatto normativo sugli utenti finali dell’elettricità nei Paesi Baltici.

Inoltre, per Minsk la messa in opera della centrale nucleare di Astravyets non dovrebbe essere identificata con la necessità di risolvere il problema delle esportazioni di energia elettrica prodotta. Infatti, questo impianto lavorerà a regime operativo base per soddisfare la crescente domanda interna dell’economia e della popolazione bielorussa, mentre per esportare elettricità nel sistema energetico vengono utilizzate altre capacità.

Allo stesso tempo, il sistema energetico bielorusso possiede senza dubbio un potenziale di esportazione in termini di capacità di generazione e la sua rete elettrica è collegata non solo al sistema energetico lituano, ma anche ai sistemi energetici di Ucraina e Russia.

Occorre evidenziare anche che i circoli economici dei Paesi Baltici sono generalmente interessati a una cooperazione reciprocamente vantaggiosa con la Bielorussia nel commercio di elettricità e diverse imprese hanno contattato la compagnia statale Belenergo, dimostrando il loro interesse per l’acquisto di elettricità bielorussa.

Dal nostro punto di vista, la possibilità di diversificare l’acquisto di elettricità (dai paesi dell’UE, dalla Bielorussia, dalla Russia) è vantaggiosa per i consumatori dei Paesi Baltici, poiché crea concorrenza e contribuisce a una diminuzione dei prezzi di mercato dell’elettricità e, di conseguenza, del costo di produzione per le imprese del settore. In aggiunta è possibile affermare che la Lituania ha sfruttato questo vantaggio prima della chiusura della sezione commerciale Bielorussia-Lituania del mercato Nord Pool, poiché questa sezione commerciale era il punto di appoggio per l’elettricità bielorussa e russa nella piattaforma commerciale baltica.

In Ucraina, nell’ambito delle misure adottate a sostegno dei propri produttori di elettricità, vengono periodicamente introdotte misure restrittive sull’importazione di elettricità dalla Bielorussia. Allo stesso tempo, permane l’interesse degli ambienti economici ucraini a una cooperazione reciprocamente vantaggiosa con Minsk nel commercio di elettricità.

Per quanto concerne Mosca, a causa del surplus del sistema energetico russo l’esportazione di elettricità bielorussa in questa direzione è oggetto di negoziati.

Per ovviare la chiusura dei paesi baltici alle esportazioni bielorusse citata pocanzi non potrebbe la Cina esercitare un’opera di persuasione essendo Pechino interessata alla interconnessione e agli scambi transfrontalieri per rafforzare la propria Belt and Road Initiative?

L’idea dell’iniziativa One Belt, One Way è stata proclamata per la prima volta dal presidente Xi Jinping nel 2013. Oggi, secondo gli esperti, nella realizzazione di progetti infrastrutturali e di investimento nell’ambito della Belt and Road Initiative (BRI, conosciuta anche come Nuova Via della Seta) sono coinvolti gli stati di quasi tutte le regioni del mondo e le varie organizzazioni internazionali.

La Bielorussia è stata tra i primi paesi al mondo a sostenere le iniziative del leader cinese. Oggettivamente, ciò è dovuto al fatto che la Bielorussia presenta alcuni vantaggi per lo sviluppo della Nuova Via della Seta tra cui quello di avere una industria nazionale dell’energia elettrica efficiente e moderna.

I media hanno ripetutamente affermato che il Parco Industriale Cina-Bielorussia Great Stone in Bielorussia diventerà la perla della BRI. A tal fine, i governi dei due paesi hanno firmato una serie di documenti per promuovere congiuntamente la Nuova Via della Seta che includevano attività e progetti non solo nei settori dei trasporti, della logistica, dell’industria e degli investimenti, ma anche nel campo dell’informazione, delle tecnologie di comunicazione, e della cooperazione umanitaria. Allo stesso tempo, si prevede che il Parco Industriale Great Stone diventi una sorta di incubatore di nuove idee, una piattaforma leader per organizzare un processo di produzione efficiente nell’ambito della BRI.

Il sistema energetico bielorusso è pronto a soddisfare la domanda di elettricità sia del Parco Industriale Great Stone che di altri investitori, compresi i residenti delle Free Economic Zone. Nel medio termine si presterà attenzione allo sviluppo del complesso della rete elettrica del paese, che renderà ancora più affidabile il sistema elettrico nazionale e ancor più conveniente l’ingresso degli investitori nei nostri mercati.

Il settore energetico bielorusso trae vantaggio dagli accordi stipulati all’interno dell’Unione Economica Euroasiatica in termini di mercato elettrico comune?

L’Unione Economica Eurasiatica (UEE) è stata creata in conformità al trattato del 29 maggio 2014 ed è progettata per garantire la libertà di circolazione di beni e servizi e l’attuazione di una politica coordinata, concordata o unificata in vari settori dell’economia, compresa l’energia. Al momento, l’UEE comprende Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, e Federazione Russa.

A metà del 2019, questi Stati hanno firmato il Protocollo sul mercato comune dell’elettricità dell’UEE che definisce il quadro giuridico e i principi per la formazione, il funzionamento e lo sviluppo del mercato comune, stabilisce le aree di regolamentazione e inoltre autorizza il Consiglio Intergovernativo Eurasiatico e il Consiglio della Commissione all’approvazione degli atti previsti nel suddetto documento.

Uno dei principi fondamentali della formazione, del funzionamento e dello sviluppo del mercato comune dell’energia elettrica dell’UEE è la cooperazione sulla base dell’uguaglianza, del vantaggio reciproco e del danno non economico per qualsiasi Stato membro. Affinché questo principio sia rispettato, nello scrivere le regole per il funzionamento del mercato, le parti svolgono un lavoro significativo per studiare le caratteristiche della legislazione nazionale, la possibilità di combinare l’esperienza commerciale bilaterale esistente, e la necessità di aggiornamento della legislazione internazionale nel quadro di altre integrazioni.

La creazione di un mercato comune dell’elettricità consentirà di fornire i volumi di elettricità richiesti su base competitiva, cioè a un prezzo più favorevole.

Naturalmente, l’attività di commercio delle entità bielorusse nel mercato comune dell’elettricità dell’UEE dipenderà dalla combinazione di una serie di fattori favorevoli, in particolare il costo di generazione di elettricità nelle proprie centrali elettriche, la necessità di elettricità nei mercati degli Stati membri dell’UEE, la situazione dei prezzi dell’energia in Bielorussia, i prezzi che si svilupperanno nel mercato comune, e nella fase iniziale anche dalle capacità degli imprenditori nelle operazioni di esportazione / importazione.

Autore: Silvia Boltuc

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