Raffreddamento dei rapporti Mosca-Minsk: arrestati 33 contractors russi in Bielorussia

Russia embassy in Minsk Belarus
L’Ambasciata della Federazione Russa a Minsk in Bielorussia (Credits: Homoatrox, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons)

I servizi di sicurezza bielorussi ed i media locali hanno riportato la notizia dell’arresto di 33 contractors russi della compania Wagner accusati di pianificare azioni di destabilizzazione del paese in vista delle elezioni presidenziali previste per il 9 agosto 2020. Tale evento sottolinea ancora una volta come i rapporti Mosca – Minsk si siano raffreddati con la Bielorussia pronta a guardare verso l’Occidente e la Cina.

Secondo quanto dichiarato dal  Segretario di Stato del Consiglio di Sicurezza bielorusso, Andrei Ravkov, circa 200 combattenti/contractors russi sono stati inviati nel paese con l’obiettivo di organizzare azioni di protesta e rivolta e così favorire la destabilizzazione della Bielorussia durante le elezioni presidenziali della prossima settimana.  L’arresto dei 33 contractors russi dovrebbe essere quindi il primo step della caccia all’uomo avviata dalle forze di sicurezza bielorusse. Secondo fonti ucraine e russe, tra le persone arrestate sarebbero presenti contractors che hanno combattuto nel Donbass e ricercati dalle autorità di Kiev.

Le autorità bielorusse hanno informato il Comitato Elettorale Centrale dell’esistenza di ‘gruppi di provocatori’ la cui formazione è avvenuta nelle città russe di Pskov e Nevel, situate nell’Oblast’ di Pskov al confine russo-bielorusso,  il cui fine è quello di organizzare rivolte e destabilizzare il paese.

Secondo le forze di sicurezza di Minsk i contractors russi sarebbero arrivati nel paese il 25 luglio e dopo aver trascorso un paio di notti in hotel nella capitale si sarebbero trasferiti nella struttura termale e ricreativa di Belorusochka. I contractors russi hanno destato i sospetti delle autorità e delle forze di sicurezza, perché hanno preferito passare il loro tempo in palestra ad allenarsi invece di bere vodka e di intrattenersi con le donne del posto come sono solito fare i turisti russi.

Dei 33 contractors arrestati, 32 erano riuniti nella struttura di Belorusochka mentre uno è stato individuato nella parte meridionale del paese. Secondo le forze di sicurezza, alcuni di loro hanno esperienza militare pregressa nell’organizzazione di proteste, scontri di piazza, guerriglia urbana, e nel condurre campagne di informazione volte alla destabilizzazione di un paese.

La risposta del Cremlino all’accaduto non è stata tempestiva e si è limitata a sottolineare come il governo russo non abbia nessun collegamento o coinvolgimento con le attività della compagnia Wagner (in russo Chastnaja Voennaja Kompanija Vagnera – compagnia militare privata Wagner) che opera in Siria, Libia e l’Ucraina orientale.

L’Ambasciata russa di Minsk ha dichiarato che i cittadini russi arrestati in Bielorussia ed accusati di pianificare operazioni di destabilizzazioni in verità stavano semplicemente transitando per Minsk dove erano rimasti bloccati dopo aver perso il volo per Istanbul. Secondo l’ambasciata, i cittadini russi hanno un contratto con una società registrata a Minsk per svolgere attività di sicurezza in un ‘paese terzo’ ed inoltre il rifiuto di bere vodka o di socializzare con le donne non può essere considerato un crimine perseguibile dalla legge.

Le informazioni fornite dalla sede diplomatica russa di Minsk troverebbero riscontro nel video dell’arresto dei contractors russi diffuso dalla televisione bielorussa dove si vedono tra la valuta sequestrata dollari statunitensi e sterline sudanesi fattore che confermerebbe l’ipotesi che i cittadini russi fossero in transito per Minsk in direzione Sudan. Ipotesi che trova ulteriore conferma nel fatto che, mentre i confini russi sono stati chiusi a causa del Covid-19, i confini bielorussi sono aperti e  utilizzati anche da molti cittadini russi per volare all’estero.

Alexander Lukashenko, presidente bielorusso giunto al suo sesto mandato in caso di vittoria alle prossime elezioni del 9 agosto, sta vivendo uno dei momenti più difficili della sua leadership politica. Il rifiuto di Lukashenko di imporre un blocco per fermare la diffusione virus ha portato a oltre 67.000 casi confermati di Covid-19 in un paese di 10 milioni di abitanti. Nonostante abbia ammesso martedì di aver contratto anche lui il virus, Lukashenko ha definito le preoccupazioni per il Covid-19 una ‘psicosi’ dopo aver precedentemente suggerito che il virus potesse essere curato bevendo vodka, guidando un trattore o visitando una sauna.

La frustrazione per l’atteggiamento di Lukashenko nei confronti della pandemia ha portato ad un significativo sostegno per Svetlana Tikhanovskaya, maestra ed interprete e ora candidata alle elezione presidenziali che ha ricevuto il sostegno di Valery Tsepkalo e Viktar Babaryka, due importanti politici dell’opposizione a cui è stato vietato di registrarsi alle elezioni. I raduni della Tikhanovskaya hanno attirato migliaia di sostenitori nelle piccole città della Bielorussia, una dimostrazione inaspettata di sostegno, e la polizia ha arrestato più di 250 di loro nelle ultime settimane, mentre la televisione di stato ha mostrato filmati sull’addestramento della polizia antisommossa per organizzare manifestazioni più grandi.

L’attuale presidente Lukashenko ha accusato i ‘burattini stranieri’ di sostenere i suoi rivali politici affermando che i manifestanti erano guidati da ‘soldati professionisti’ o contractors addestrati per creare caos e che fanno capo a compagnie di mercenari che operano già in egual misura in Libia, Iraq e Siria. Minaccia per la stabilità del paese confermata anche lo scorso martedì quando Lukashenko era in visita ad una base militare ed ha dichiarato ai soldati l’esigenza di difendere il paese dalla destabilizzazione.

Conclusioni

Sebbene i sondaggi diano come favorito Lukashenko con il 72% dei voti, l’attuale situazione della Bielorussa a livello sanitario ed economico ha provocato scontento ed agitazioni nel paese dando vita ad una forma di opposizione politica superiore a quella registrata in precedenza.

L’arresto dei 33 cittadini russi accusati di essere contractors della compagnia Wagner con il compito di destabilizzare la Bielorussia sottolinea nuovamente l’inasprimento dei rapporti tra Mosca e Minsk che all’inizio del 2020 erano stati scanditi dalla controversa negoziazione per l’acquisto del petrolio russo da parte della Bielorussia e da una apertura da parte di Lukashenko verso l’Unione Europea.

La Bielorussia non si è mostrata soltanto propensa a migliorare le relazioni con Bruxelles, ma si è aperta alla Belt and Road Initiative di Pechino sfruttando gli investimenti cinesi per la realizzazione di infrastrutture necessarie allo sviluppo e promozione del paese, come ad esempio il Great Stone Industrial Park, e a Washington ordinando lo scorso maggio la prima fornitura di petrolio in risposta all’empasse energetica con Mosca.

L’arresto dei 33 contractors russi, quindi, si può ascrivere nel campo delle oramai difficili relazioni bilaterali russo-bielorusse con Lukashenko che nel tempo si è trasformato da alleato storico di Putin a pedina imprevedibile nello scacchiere geopolitico euroasiatico pronta a direzionarsi verso Pechino, Bruxelles o Washington in caso di frizioni con Mosca.

Autore: Giuliano Bifolchi

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