Le forze di sicurezza irachene hanno arrestato nella notte di martedì 21 gennaio 2020 un militante dello Stato Islamico nella provincia di Kirkuk nel nord dell’Iraq. Secondo quanto affermato dalle fonti locali, la persona arrestata sarebbe ‘un elemento pericoloso e membro della leadership dello Stato Islamico’.
Questo arresto sarebbe uno degli ultimi effettuati dalle forze militari e di polizia irachene nell’ultimo periodo nell’area settentrionale del paese e conferma la pericolosità dello Stato Islamico anche dopo la morte di al-Baghdadi.
Tale arresto conferma che lo Stato Islamico, anche se formalmente sconfitto a livello territoriale con la caduta delle roccaforti di Mosul in Iraq e Raqqa in Siria e dopo l’uccisione del leader storico Abu Bakr al-Baghdadi, è ancora presente sul territorio iracheno ed ha le capacità e gli strumenti per ripredenre la propria campagna di reclutamento.
Il combattente dello Stato Islamico sarebbe stato arrestato mentre tentava di attraversare uno dei checkpoint della città di Kirkuk. Questo è uno degli ultimi arresti che le forze di sicurezza irachene hanno effettuato nell’ultimo periodo nella parte settentrionale del paese e che contano un mufti dello Stato Islamico accusato di essere il responsabile di diversi ordini di condanne a morte e della distruzione dei siti storici nella provincia di Ninive nel periodo 2014-2017 quando questa area era sotto il controllo delle truppe fedeli ad al-Baghdadi.
E’ sempre di questi giorni, infatti, la notizia confermata dalle agenzie di Intelligence internazionali e dagli operatori sul campo che il successore di Abu Bakr al-Baghdadi sarebbe Amir Mohammed abdul Rahman al-Mawli al-Salbi, non arabo (turcmeno) nato nella città di Tal Afar vicino a Mosul dove ha studiato legge coranica nell’università locale. Al-Salbi è considerato uno degli ideologi dello Stato Islamico che ha reso la shari’a (legge) ‘brutale’ e ha pianificato la persecuzione degli Yazidi.
Autore: Giuliano Bifolchi