Secondo fonti locali e i media cinesi, il Myanmar costruirà un porto a Kyaukpyu nella parte occidentale del paese e lo collegherà via autostrada e ferrovia a Kunming nella Cina meridionale. Questo porto diventerà una risorsa essenziale per la Belt and Road Initiative cinese e consentirà a Pechino di avere accesso all’Oceano Indiano ed evitare il problema dello Stretto di Malacca.
Il progetto per la realizzazione del porto di Kyaukpyu ha un valore di 1,3 miliardi di dollari e sembra essere prossimo alla realizzazione visto che la CITIC Group Corporation, la compagnia di stato cinese che dirige il progetto, ha avviato le pratiche legali per ottenere il nulla osta sull’impatto ambientale e sociale e per condurre uno studio geologico in loco.
La CITIC Group Corporation comprende quattro compagnie cinesi e il gruppo thailandese Charoen Pokphand. Entrambe le compagnie impegnate nel progetto e unite sotto l’ombrello della CITIC auspicano la possibilità di sviluppare il porto come una Zona Economica Speciale (SEZ) nello stato di Rakhine caratterizzato negli ultimi tempi dai forti conflitti interni e dalla situazione dei Rohingya che ha influito negativamente sulla popolarità internazionale del Myanmar stesso.
Con l’Unione Europea in fase di valutazione se revocare i privilegi commerciali al Myanmar a causa della situazione dei rifugiati Rohingya, la Cina è rimasta l’interlocutore commerciale principale del paese, fattore che ha permesso a Pechino di affermare la sua presenza all’interno del mercato nazionale.
Il recente insuccesso cinese in merito alla realizzazione della diga di Myitsone dal valore di 3,8 miliardi di dollari, progetto che aveva come obiettivo quello di esportare circa il 90% della energia elettrica prodotta dalla struttura verso la Cina, ha allarmato gli analisti cinesi sul futuro del porto di Kyaukpyu considerando che molto probabilmente soltanto nel 2021 la CITIC riuscirà a ottenere i permessi ambientali per iniziare i lavori.
Anche se la realizzazione di un progetto maestoso come quello del porto di Kyaukpyu favorirà l’aumento dei posti di lavoro e del commercio in uno stato afflitto dalla povertà e dalla crisi umanitaria come quello di Rakhine, l’obiettivo principale di Pechino è quello di assicurarsi una infrastruttura fondamentale dal punto di vista geostrategico visto che la regione è il terminale ultimo di oleodotti e gasdotti che attraversano il Myanmar e giungono nella provincia sudoccidentale della Cina. Una volta costruito, il porto permetterà alla Repubblica Popolare Cinese di avere un accesso strategico all’Oceano Indiano e ridurre così la dipendenza e vulnerabilità rappresentanta dall’attuale passaggio attraverso lo Stretto di Malacca.
Autore: Guido Keller